Nonni che salutano i nipoti, una macchina carica di pane, mozzarella, olive e altre prelibatezze locali.

È una scena familiare che si ripete spesso negli ultimi giorni delle feste natalizie con partenze a scaglioni di tanti meridionali, spesso con famiglie, con infinite variazioni sul tema.

Il saluto può essere rivolto ai figli, ai parenti o ai genitori, e il luogo cambia: una fermata dell’autobus, i binari di una stazione ferroviaria, l’ingresso di un gate in aeroporto o un porto da cui salpano i traghetti.

Di certo, durante le festività – che siano Natale, Pasqua o le vacanze estive – queste immagini sono un rituale consolidato nelle nostre case, specialmente al Sud.

un momento, quello del saluto, ricco di emozioni e tradizioni, tipico delle regioni del Sud Italia, ma in fondo universale. È interessante come questi momenti di saluto non siano solo gesti pratici, ma veri e propri riti carichi di affetto, nostalgia e senso di appartenenza.

Le valigie colme di prodotti locali non sono solo un dono materiale, ma un simbolo di continuità e legame con le proprie radici. È come se il cibo stesso diventasse un ponte tra chi parte e chi resta, un modo per portare con sé un pezzo di casa.

Queste scene, anche se legate alle festività, parlano di un tema più grande: la migrazione interna, la divisione tra Nord e Sud, e il modo in cui le famiglie cercano di mantenere un senso di unità nonostante le distanze.

A livello culturale, è affascinante come il momento del “saluto dovuto al distacco”, con il suo carico di emozioni e di incognite e tutto l’altro che comporta, a sua volta rafforza il valore della famiglia e delle tradizioni. È un gesto che ci ricorda quanto sia prezioso il senso di comunità e il richiamo delle radici, valori che, nonostante i cambiamenti sociali e tecnologici, rimangono intramontabili