𝐅𝐞𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞, 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐜𝐮𝐠𝐧𝐢𝐳𝐳𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐛𝐚𝐬𝐤𝐞𝐭 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐬𝐞𝐫𝐭𝐚

Quando si parla di impresa sportiva, non basta citare un trofeo o una vittoria: bisogna raccontare un’anima, un sogno collettivo. Ed è proprio così che la 𝐉𝐮𝐯𝐞 𝐂𝐚𝐬𝐞𝐫𝐭𝐚, una piccola realtà del Sud, riuscì a scrivere una delle più belle pagine dello sport italiano, sfidando giganti economici e metropolitani con cuore, talento e identità.

In quella storia, 𝐅𝐞𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞 non fu soltanto un playmaker eccezionale, ma il simbolo di una generazione di ragazzi cresciuti tra campetti e parquet, capaci di trasformare la passione in destino. Un leader silenzioso, intelligente, carismatico: il Ferdinando che tornò “re” a Caserta, non come un Borbone, ma come sovrano dello sport e dell’appartenenza.

Accanto a lui, altre figure casertane doc resero possibile quel miracolo.

𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢, l’allenatore visionario, il “professore” che plasmò un gruppo di giovani scugnizzi come una vera famiglia sportiva. Non una semplice squadra, ma una comunità, un orizzonte, una casa.

𝐕𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐳𝐢𝐧𝐨 𝐄𝐬𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐨, talento puro, istintivo, spettacolare. L’uomo delle giocate impossibili, che faceva alzare in piedi il PalaMaggiò con la sua fantasia e la sua voglia di sorprendere. Un ragazzo cresciuto a Caserta che seppe tenere testa ai campioni d’America.

Erano ragazzi, erano scugnizzi. Ma erano anche professionisti, talenti, uomini di sogni veri.

Fu così che nel 1991, contro ogni pronostico, Caserta conquistò il primo e unico Scudetto della storia del basket italiano vinto da una squadra del Sud. Un’impresa sportiva e sociale, che travalicò lo sport e diventò cultura, memoria collettiva, identità di un popolo.

Oggi quella storia vive ancora, non solo nei ricordi, ma anche grazie al documentario della RAI “𝐒𝐜𝐮𝐠𝐧𝐢𝐳𝐳𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞”, che ha raccontato quel sogno con immagini, testimonianze e voci dei protagonisti.

Un tuffo nel passato che è anche un messaggio per il presente: quando un territorio crede in se stesso, può fare la storia.

E Caserta, con i suoi ragazzi, con Ferdinando, Vincenzino, Marcelletti e tanti altri…

la storia, l’ha scritta davvero.

𝑃𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎 𝐹𝑎𝑐𝑒𝑏𝑜𝑜𝑘 𝑐’𝑒𝑟𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑟𝑖𝑒 𝐴