Il 2013 è passato, la Campania ha passato tante vicissitudini, sperando che il 2014 rappresenti l’anno della svolta per la nostra vorremmo tanto che si verificassero le 10 seguenti situazioni:
1) Garantire il diritto alla salute (e il futuro) alle nuove generazioni: fra la “Terra dei Fuochi” e la disoccupazione giovanile galoppante c’è poco da essere ottimisti. I vari appelli, gli innumerevoli cortei di proteste dovranno pure aver smosso qualcosa (nello specifico le istituzioni…). Quando dei bambini espongono dei cartelli rivendicando un diritto ( quello allo salute) che dovrebbe essere garantito costituzionalmente, le conclusioni e le riflessioni da fare, vanno tutte nella stessa direzione: sconfitta sociale e istituzionale su tutti i fronti. A questo punto bisogna agire, il monitoraggio sulla popolazione è doveroso, Napoli e Caserta (Trento a parte) sono le due province più giovani d’Italia, ergo una risorsa unica in una nazione dall’età media altissima. Il tempo per le congetture è finito, servono azioni concrete.
2)Il recupero del territorio: C’è chi parla dell’1%, chi del 5%, fatto sta che c’è una parte della Campania Felix inquinata, irrimediabilmente o meno lo stabiliranno (si spera) le autorità. La mappatura dei terreni inquinati e la loro conversione in destinazione no food è indispensabile, ma senza il controllo del territorio è inutile parlare di bonifiche.
3) Acquista meridionale: La risposta deve partire da noi, le casse dello Stato sono vuote, il Sud non è nell’agenda politica (almeno come priorità) di nessun partito. Dobbiamo fare di necessità virtù, una soluzione è conquistare fette del mercato meridionale, quasi esclusivamente ad appannaggio di realtà settentrionali. Rilanciare i prodotti meridionali, premiando le piccole realtà e le aziende che puntano alla qualità, escludendo, contestualmente i produttori disonesti per il rilancio dell’economia campana può essere una soluzione.
4)Rilancio del patrimonio: la Reggia di Caserta, gli scavi di Pompei, monumenti unici che nel 2013 hanno conquistato la ribalta della cronaca solo per episodi negativi. In Campania abbiamo un patrimonio unico, potremmo vivere (e dovremmo vivere) di solo turismo abbinato all’enogastronomia, invece… discorso a parte per la Reggia di Carditello, versa nel degrado assoluto, indispensabile il suo recupero, deve essere un punto fermo del 2014, anche per onorare la memoria di Tommaso Cestrone.
5)La città della Scienza: un incendio doloso, una ferita ancora aperta la ricostruzione in tempi record rappresenterebbe un’evidente volontà di riscatto.
6)Napoli: discussa, amata, denigrata ed elogiata allo stesso tempo, come poche città nel mondo. Unica nel suo genere, un luogo metafisico che non ha eguali nel mondo. Nel bene o nel male il capoluogo rappresenta l’intera regione, recuperare il decoro urbano di tutta la città è una priorità assoluta.
7)Evitare Autogoal: spesso siamo noi stessi i primi detrattori della nostra terra, emblematico il caso del “corno” ribattezzato “cuorno dello scuorno” davanti la Reggia di Caserta, qualcuno dovrebbe sapere che la nomina dell’Unesco non è “a divinis
”.
8)Difendere la Mozzarella e la Pizza (e gli altri prodotti campani): da anni la Mozzarella di Bufala Dop è sotto attacco, eppure, come dimostrano le analisi certificate da un noto laboratorio tedesco, la sua filiera è ipercontrollata, nessun altro alimento ha restrizioni così rigide. Idem per la Pizza, ci hanno provato a sostenere (Il Gambero Rosso) che la pizza migliore si produce fuori da Napoli e dalla Campania, unanime il coro di sdegno..bene così.
9)Boicottare certi media: la copertina “Bevi Napoli e poi muori” è disinformazione allo stato puro, ma l’Espresso non è la sola testata che ha sbagliato, lo stesso discorso vale per tutti i media che vogliono far passare il concetto che la devastazione ambientale nella Terra dei Fuochi sia opera dei cittadini campani.
10)Rilancio della napoletanità: l’approccio tipico dei campani alla vita è sotto attacco, sono evidenziati, quasi esclusivamente, gli stereotipi negativi dell’essere napoletano e campano. Da anni alcune autorevoli organi d’informazione ( non in Italia) al PIL preferiscono la classifica della felicità, e qui ( è quasi ovvio dirlo) la Campania e Napoli in questo senso rappresentano un’università a cielo aperto di felicità, una “medicina dell’anima”, d’altra parte considerando l’apporto della cultura campana al buon vivere (la musica partenopea, il teatro, la sartoria napoletana, la dieta mediterranea, la pizza, l’essicazione della pasta, etc.), quanti popoli possono dire di aver influenzato nella stessa percentuale il genere umano?
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