𝐅𝐞𝐝𝐞 𝐞 𝐑𝐢𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚: 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 d𝐞𝐯𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐌𝐚𝐭𝐫𝐨𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝟓𝟎’

Nella prima metà degli anni ’50, a San Prisco una delle attività più diffuse era la raccolta della canapa. Fu proprio durante una giornata di routine legata a questo settore, mentre si scaricavano i grossi imballi di canapa, che avvenne un incidente: un carico improvvisamente cadde addosso a S.S., un imprenditore samprischese di mezza età.
In un primo momento sembrò solo un brutto colpo, ma col passare del tempo l’uomo iniziò a soffrire di dolori lancinanti, che ne compromettevano la stabilità fisica e lo costringevano a lunghi periodi di quasi totale immobilità. Dopo un lungo peregrinare tra diversi specialisti, arrivò la sentenza inappellabile: la funzionalità della spina dorsale era compromessa e l’unica soluzione era un’operazione con esiti incerti.
L’intervento, per una coincidenza fortuita, fu programmato il 25 gennaio del 195… presso l’Ospedale Cardarelli. Dopo circa due mesi di convalescenza, S.S., già provato fisicamente dall’esperienza della Seconda Guerra Mondiale sul fronte russo, si riprese completamente.
Solo dopo molto tempo, da persona riservata qual era, decise di raccontare alla moglie e ai figli ciò che gli era accaduto: 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙’𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑟𝑎 𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑠𝑎 𝑖𝑛 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑆𝑎𝑛𝑡𝑎 𝑀𝑎𝑡𝑟𝑜𝑛𝑎, 𝑒 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜, 𝑎𝑙 𝑑𝑖 𝑙𝑎’ 𝑑𝑒𝑖 𝑟𝑒𝑓𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖, 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎 𝑎𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒.
𝐷𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑟𝑎, 𝑓𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖, 𝑖𝑙 25 𝑔𝑒𝑛𝑛𝑎𝑖𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑆.𝑆. 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑆𝑎𝑛𝑡𝑎, 𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑙𝑒𝑏𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑟𝑖𝑛𝑎𝑠𝑐𝑖𝑡𝑎
. Da allora l’uomo non mancava mai di rendere omaggio a Santa Matrona con preghiere e offerte, trasmettendo questa profonda devozione alla sua famiglia. Non a caso, la figlia maggiore portava il nome della Santa: Matrona.