𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐢𝐧𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨: 𝐭𝐫𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚

𝐼𝑙 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑖𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑒’ 𝑢𝑛 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑔𝑎𝑠𝑡𝑟𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑐𝑎 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑠𝑎𝑝𝑢𝑡𝑜 𝑒𝑣𝑜𝑙𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜, 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜𝑠𝑖 𝑎𝑖 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑒 𝑎𝑖 𝑔𝑢𝑠𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜𝑟𝑎𝑛𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑒.

In passato, il termine sanguinaccio indicava una preparazione a base di sangue fresco di maiale, mescolato con zucchero, spezie e cioccolato. Questa antica usanza era particolarmente diffusa nelle regioni italiane legate alla tradizione contadina, dove ogni parte del maiale veniva utilizzata durante la “festa della pigliata” (la macellazione del suino), evitando qualsiasi spreco
. 𝑇𝑢𝑡𝑡𝑎𝑣𝑖𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑒 𝑝𝑖𝑢’ 𝑟𝑖𝑔𝑖𝑑𝑒, 𝑙’𝑢𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑒’ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑣𝑖𝑒𝑡𝑎𝑡𝑜, 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑖𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑜𝑙𝑜𝑠𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑚𝑎 𝑎𝑙 𝑐𝑖𝑜𝑐𝑐𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑟𝑜𝑚𝑎𝑡𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑐𝑎𝑛𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑒 𝑣𝑎𝑛𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎, 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑐𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑐𝑐ℎ𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑜 𝑠𝑎𝑣𝑜𝑖𝑎𝑟𝑑𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝐶𝑎𝑟𝑛𝑒𝑣𝑎𝑙𝑒.

Oltre alla versione dolce, esiste un altro tipo di sanguinaccio, ormai di nicchia: un insaccato a base di sangue, interiora e carne di maiale, arricchito con spezie e ingredienti diversi a seconda della regione. In alcune aree del Sud Italia, ad esempio, il sanguinaccio salato viene ancora prodotto artigianalmente, generalmente per ristretti nuclei familiari, e considerato una vera specialità gastronomica.
Sebbene la versione originale del sanguinaccio dolce con sangue sia ormai proibita, il suo nome e la sua storia restano vivi nella memoria collettiva, testimoniando l’evoluzione del gusto e della cucina italiana nel rispetto delle tradizioni.