๐‘ˆ๐‘›๐‘Ž ๐‘ ๐‘๐‘œ๐‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘ก๐‘Ž ๐‘Ž๐‘“๐‘“๐‘Ž๐‘ ๐‘๐‘–๐‘›๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘’, ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘Ž๐‘›๐‘๐‘œ๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘œ๐‘”๐‘”๐‘– ๐‘๐‘– ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘™๐‘Ž ๐‘‘๐‘’๐‘™๐‘™โ€™๐‘–๐‘›๐‘๐‘Ÿ๐‘’๐‘‘๐‘–๐‘๐‘–๐‘™๐‘’ ๐‘–๐‘›๐‘ก๐‘Ÿ๐‘’๐‘๐‘๐‘–๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐‘๐‘ข๐‘™๐‘ก๐‘ข๐‘Ÿ๐‘’ ๐‘‘๐‘’๐‘™ ๐‘€๐‘’๐‘‘๐‘–๐‘ก๐‘’๐‘Ÿ๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘’๐‘œ ๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘๐‘œ.

Era il 1981 quando, durante i lavori per un condotto fognario lungo lโ€™attuale Viale Europa (๐‘ข๐‘› ๐‘ก๐‘’๐‘š๐‘๐‘œ ๐‘‰๐‘–๐‘Ž ๐‘†๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘’๐‘™๐‘™๐‘Ž, ๐‘Ž๐‘™ ๐‘๐‘œ๐‘›๐‘“๐‘–๐‘›๐‘’ ๐‘ก๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘†๐‘Ž๐‘› ๐‘ƒ๐‘Ÿ๐‘–๐‘ ๐‘๐‘œ ๐‘’ ๐‘†๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘Ž ๐‘€๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘–๐‘Ž ๐ถ๐‘Ž๐‘๐‘ข๐‘Ž ๐‘‰๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘Ÿ๐‘’), fu rinvenuta una statua funeraria egiziana, alta circa 14 cm. Un reperto straordinario, purtroppo fuori contesto stratigrafico e quindi non databile con certezza, ma che gli studi piรน recenti associano al VI sec. a.C., epoca in cui ๐‚๐š๐ฉ๐ฎ๐š Antica era un crocevia culturale e commerciale tra oriente e occidente.

Questa piccola statua, oggi custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, รจ un oggetto di culto: veniva posta nelle tombe per accompagnare il defunto nellโ€™aldilร , come racconta lโ€™iscrizione sul dorso con un passo del Libro dei Morti e il nome del defunto ๐๐ž๐ฌ๐ฆ๐ข๐ง, “capo del magazzino”, titolo raro e importante nellโ€™antico Egitto, probabilmente associato al responsabile del le derrate alimentari i, all’epoca persona di primo piano della societร  egiziana

Il ritrovamento in territorio extra egiziano, proprio nella nostra terra, apre scenari affascinanti e ipotesi suggestive: tra queste, non ultima, quella di un intenso scambio commerciale e culturale tra due grandi civiltร , lโ€™egiziana e la capuana, molto prima dellโ€™epoca imperiale romana.

Di questo reperto ha scritto un saggio lโ€™egittologo ๐…๐ž๐๐ž๐ซ๐ข๐œ๐จ ๐๐จ๐จ๐ฅ๐ž, pubblicato in lingua francese su una prestigiosa rivista internazionale. Poole, colpito dalla disponibilitร  e dalla memoria storica dei testimoni locali, ha voluto citare in nota e ringraziare personalmente ๐€๐ ๐จ๐ฌ๐ญ๐ข๐ง๐จ ๐Œ๐จ๐ง๐š๐œ๐จ di San Prisco, presente al momento del ritrovamento, scrivendogli una lettera personale di grande valore umano e scientifico, che pubblichiamo in allegato.

Accanto ad Agostino, quel giorno era presente anche ๐€๐ง๐ญ๐จ๐ง๐ข๐จ ๐ƒ๐ข ๐…๐ž๐ฅ๐ข๐œ๐ž,sempre di San Prisco purtroppo scomparso, che ricordiamo con rispetto e gratitudine.

Una piccola statua, un grande ponte tra civiltร . E il nostro territorio, ancora una volta, si rivela custode silenzioso di storie millenarie e di un passato che merita di essere raccontato e custodito