La spiegazione più comune nella memoria collettiva paesana è che l’odierna via Sambuci fosse caratterizzata da molte proprietà con grandi giardini, arricchiti dalla presenza di rose. Questa risposta è sicuramente valida, ma le origini del nome vanno ricercate più a fondo, risalendo al periodo a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
In quel tempo, uno degli abitanti della strada fu selezionato come giardiniere per occuparsi della manutenzione ordinaria del famoso Giardino Inglese della Reggia di Caserta. Questo luogo, come molti sanno, ospita una varietà incredibile di alberi e fiori provenienti da tutto il mondo, compreso diverse specie di rose.
Secondo alcune fonti, supportate da testimonianze tramandate oralmente, nei giardini delle grandi proprietà che costeggiavano l’arteria paesana cominciarono a comparire rose di colori insoliti, probabilmente ispirate o derivate dall’esperienza nel giardino inglese. Alcune rose avevano sfumature che tendevano al nero, altre al giallo intenso, dando vita a un colpo d’occhio straordinario. La connessione tra il Giardino Inglese e queste rose, sembra quindi andare oltre la semplice suggestione.
Questi fiori, così appariscenti e dal colore unico, lasciarono un’impressione profonda sui visitatori, tanto che la strada venne ribattezzata “ ‘A Venella ‘e Rose”.
Oggi, purtroppo, l’appellativo contrasta con la realtà attuale, ma pare che alcune di quelle rose, nonostante la loro delicatezza, continuino a fiorire in proprietà ormai diroccate. È come se rivendicassero la possibilità di una futura rinascita, un trionfo della bellezza sul grigiore dell’abbandono. Un messaggio di speranza che la natura sembra lanciare e che l’uomo dovrebbe cogliere.
P.S. L’immagine è stata generata tramite Intelligenza Artificiale (IA), alla quale abbiamo chiesto di immaginare l’arteria di San Prisco conosciuta come “’A Venella ‘e Rose”.
