Questo articolo nasce da immemori S𝐮𝐠𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐓𝐢𝐟𝐚𝐭𝐢𝐧𝐞 Alimentate da racconti locali tramandati oralmente riguardo la decisiva

𝐁𝐚𝐭𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐕𝐨𝐥𝐭𝐮𝐫𝐧𝐨 (𝟐𝟔 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 – 𝟐 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟏𝟖𝟔𝟎)
Che rappresenta l’ultima grande battaglia campale del Risorgimento, prima della proclamazione del Regno d’Italia. Lo scontro è considerato tra i più significativi del Risorgimento, non tanto per il numero di combattenti coinvolti, quanto per i suoi risultati decisivi. Giuseppe Garibaldi, con le sue truppe, riuscì a fermare la prepotente ripresa offensiva dell’esercito borbonico, che, riorganizzatosi, si era attestato nella fortezza di Capua. Da quel momento, l’esercito regolare borbonico cessò di essere un ostacolo al processo di unificazione italiana.

Durante la battaglia, che imperversava nei dintorni dei colli tifatini, secondo quanto riportato in diversi scritti, mentre Garibaldi si dirigeva verso Sant’Angelo in Formis, per ribaltare le sorti della battaglia, la sua carrozza fu attaccata da soldati borbonici: il cocchiere venne ucciso, un ufficiale al suo fianco gravemente ferito, e Garibaldi riuscì a salvarsi saltando dalla carrozza e continuando a piedi. Alcune fonti riportano invece che Garibaldi fu ferito da colpi di moschetto e tratto in salvo dai suoi uomini.

M̳a̳ ̳a̳t̳t̳e̳n̳z̳i̳o̳n̳e̳, secondo voci popolari dell’epoca, il condottiero sarebbe addirittura morto e sostituito da un sosia, ipotesi riportata da 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞’ 𝐒𝐢𝐯𝐨 nel suo scritto 𝐼 𝑁𝑎𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎𝑛𝑖 𝑎𝑙 𝑐𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑐𝑖𝑣𝑖𝑙𝑖 (1861)

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𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚’: Tra i partecipanti figurerebbe anche 𝐶𝑎𝑟𝑚𝑖𝑛𝑒 𝐶𝑟𝑜𝑐𝑐𝑜, allora sconosciuto disertore borbonico tra i Garibaldini, destinato a diventare negli anni a venire uno dei capi briganti del periodo post-unitario noto come Brigantaggio.

(Immagine ottenuta con il supporto della IA)