Qualche tempo fa c’era l’usanza di una bonaria presa in giro nei confronti dei piรน piccoli. Questo succedeva soprattutto fuori ai bar e davanti ai circoli, specialmente quando la presenza di gruppi di bambini diventava un po’ fastidiosa.
Non era raro, quindi, che in quella determinata
“casistica” qualche anziano si rivolgesse a un singolo bambino o a un gruppo, chiedendo di andare a comprare presso qualche esercente “cento lire di tozzabancone”, aggiungendo: “Digli che ti manda zio Pasquale” (ad esempio) “e poi te la vedi con lui“.
Nella quasi totalitร dei casi, il singolo bambino o il gruppo partiva sentendosi importante, entrando nell’attivitร commerciale e chiedendo quanto era stato richiesto. Le risposte, ovviamente, erano le piรน disparate, a seconda dell’umore del commerciante, che spesso rispondeva sorridendo: “Guagliรฒ, ‘o tozzabancone รจ fernuto, se l’รจ pigliato tutto soreta!”.
In seguito alla risposta, il bambino o il gruppo di bambini poteva avere le reazioni piรน esilaranti, soprattutto quando incrociava gli sguardi divertiti dei “commissionari” della burla. Era una sorta di rito, una ruota che girava, e anche una piccola iniziazione alla vita di strada.
Il Tozzabancone era lโesperienza piรน comune, ma cโerano anche altri espedienti. Ad esempio, si mandavano i bambini a comprare la “corrente sfusa” o a prendere “‘o ‘ntrattieni”, che, come suggerisce il nome, era un diversivo per liberarsi dei bambini per cinque minuti (cosa che oggi potrebbe sembrare crudele, ma bisogna sempre pensare alle famiglie numerose di una volta).
Un’altra presa in giro, piรน cattiva, era accusare qualche bambino o un gruppo di aver “dato fuoco alla fontana” di qualche piazza, per poi ridere fragorosamente alla fuga degli accusati.
Per concludere questo simpatico racconto, e per completezza d’informazione, bisogna dire che la parola Tozzabancone รจ diventata cosรฌ comune che in alcune zone del napoletano รจ andata a identificare un biscotto allโamarena.
NB alla base di questa bonaria presa in giro c’รจ questa spiegazione: In un’epoca in cui la pasta secca era venduta senza confezione, spezzata e pesata direttamente dal salumiere o pizzicagnolo, il “tozzabancone” era il nome dato ai minuti frammenti di pasta che inevitabilmente si accumulavano sul banco di lavoro durante questa operazione.
Questi scarti, rappresentando un sottoprodotto della vendita, venivano meticolosamente raccolti e commercializzati a un costo ridotto. Per le famiglie meno abbienti, che non potevano permettersi l’acquisto regolare di pasta intera, il tozzabancone costituiva una risorsa alimentare economica, permettendo loro di integrare i pasti con un ingrediente base altrimenti inaccessibile.
In breve: Il tozzabancone era un residuo di pasta venduto sfuso, simboleggiando una forma di sussistenza a basso costo per i ceti popolari.
Immagine ottenuta con l’ausilio della IA