Un tempo, nella zona di Sant’Angelo in Formis, esisteva un luogo oggi quasi dimenticato: il 𝐋𝐚𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐜𝐜𝐚𝐫𝐢𝐞𝐥𝐥𝐨. Si trattava di uno specchio d’acqua semplice, ma molto significativo per la vita quotidiana di tante famiglie del territorio. In un’epoca in cui le condizioni economiche erano spesso precarie, quel lagno diventava un punto di riferimento, soprattutto d’estate.

Durante le pause della macerazione della canapa, quando l’acqua appariva più limpida, molti approfittavano per farsi un bagno rinfrescante. I più esperti si lanciavano persino da una roccia più alta, incuranti della qualità igienica delle acque, che di certo non era ottimale. Ma in quei tempi, la necessità superava le precauzioni: non tutti avevano la possibilità di accedere a strutture pulite e sicure.

Ai piedi del monte Tifata, inoltre, alcuni proprietari terrieri avevano realizzato delle “piscine” improvvisate nei propri possedimenti. Erano semplici vasche d’acqua, ma bastavano a richiamare gruppi di bambini e ragazzi, attratti dalla promessa di sollievo contro la calura estiva.

Oggi, queste immagini possono sembrare lontane, ma raccontano con autenticità di un tempo in cui la semplicità era dettata dalla necessità, e in cui l’ingegno popolare trovava soluzioni laddove mancavano i mezzi