Le false narrazioni piacciono sempre a chi vuole raccontare una veritร  di parte. Lo stanno facendo anche la vittoria scudettata del Napoli, sostenendo โ€“ secondo alcuni โ€œargutiโ€ pensatori โ€“ che questo scudetto non sia davvero meritato. Che, anzi, sia stato perso dallโ€™Inter per distrazione, impegnata su altri fronti.

Eppure basterebbe fare un ripasso serio della stagione.

Questa squadra รจ partita con un handicap enorme: lโ€™addio di Victor Osimhen, uno dei giocatori piรน forti della rosa. Fortunatamente sulla panchina cโ€™era ๐€๐ง๐ญ๐จ๐ง๐ข๐จ ๐‚๐จ๐ง๐ญ๐ž, uno che ha le spalle larghe e la testa fredda. Ha saputo aspettare, accettare le difficoltร  iniziali, e soprattutto attendere quei ritocchi dellโ€™ultimo minuto che si sarebbero rivelati determinanti.

Dopo lโ€™umiliante sconfitta alla prima giornata contro il Verona (0-3), sono arrivati Romelu Lukaku, pupillo storico di Conte, e Scott McTominay, centrocampista scozzese del Manchester United, accolto con sarcasmo da parte della stampa dopo il mancato arrivo d Brescianini, passato allโ€™Atalanta.

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Gli innesti di Alessandro Buongiorno, lo stesso McTominay, il recupero di un ottimo Leonardo Spinazzola, e lโ€™affidabilitร  di Billy Gilmour hanno contribuito a un girone di ritorno da 44 punti, numeri da scudetto.

Poi รจ arrivata la cessione di Khvicha Kvaratskhelia (passato al Paris Saint-Germain), il talento piรน cristallino della rosa, che โ€“ pur tra alti e bassi โ€“ era comunque un punto di riferimento offensivo. A peggiorare le cose, non รจ arrivato un sostituto allโ€™altezza, nรฉ per lui nรฉ per Rafa Marรญn, bocciato da Conte.

Da lรฌ, รจ cominciato un altro campionato. Anche Noah Okafor non si รจ dimostrato allโ€™altezza delle aspettative. Si racconta che Antonio Conte, insieme al fido Lele Oriali, si sia chiuso nello spogliatoio per siglare idealmente un patto di ferro con squadra e staff.

Malgrado un febbraio disastroso โ€“ tra infortuni a catena e nuovi innesti deludenti โ€“ qualcosa รจ cambiato. Si รจ capito che lโ€™Inter non era invincibile, che gli impegni su piรน fronti avrebbero potuto lasciarle indietro qualche punto.

Il Napoli รจ diventato spietato. Anche con le assenze di Buongiorno e Neres, i sostituti hanno risposto alla grande. E soprattutto รจ esploso Giacomo Raspadori, determinante con gol e assist: memorabile la punizione contro il Lecce e il passaggio decisivo per McTominay contro il Monza.

Proprio Scott McTominay รจ diventato il simbolo della seconda parte di stagione: uomo ovunque, completo, affidabile, e con una maturitร  calcistica su cui Conte ha costruito lโ€™equilibrio della squadra. Un top player preso nella totale indifferenza generale, che ha sorpreso tutti.

Accanto a lui, Romelu Lukaku, Stanislav Lobotka e gli altri protagonisti dello scudetto precedente hanno tenuto insieme i pezzi. Ci sono stati inevitabili cali di rendimento e passi falsi, ma anche quelli sono stati bilanciati dagli inciampi dell’Inter.

Questo non รจ uno scudetto con un solo protagonista. Conte รจ stato il condottiero, sรฌ, ma dietro di lui cโ€™รจ una societร  che ha scelto il silenzio e ha fatto squadra. Uno spogliatoio granitico, che si รจ ricompattato, ha lavorato in una sola direzione e ha compiuto unโ€™impresa da annali.

Perchรฉ dopo la delusione della scorsa stagione, e con le cessioni a stagione in corso di due colonne come Osimhen e Kvaratskhelia, vincere sembrava impossibile. Ed รจ proprio per questo che questo scudetto รจ ancora piรน bello.

Un regalo per un pubblico straordinario, che oggi puรฒ celebrare una vittoria leggendaria, dai contorni epici.