Da Calabritto a Napoli, passando per la Francia,
๐๐ข๐๐ญ๐ซ๐๐ง๐ ๐๐ฅ๐จ ๐๐ซ๐๐ ๐จ๐ซ๐ข๐จ รจ stato molto piรน di un ingegnere: รจ stato un sognatore con lo sguardo avanti di decenni. Con i suoi capelli bianchi arruffati e lโironia sempre pronta, somigliava a un moderno Einstein napoletano, capace di trasformare uno scantinato di piazza Cavour nello studio della prima televisione privata dโItalia.
Nel 1966 nacque โTelenapoliโ: unโemittente di quartiere che diede voce alla gente comune, trasmettendo notizie, cabaret, musica, e persino segnalazioni di disservizi direttamente dai cittadini. Era lโalba di un modo nuovo di fare comunicazione: diretto, partecipato, libero.
Inventore instancabile (oltre 300 brevetti, dalla bilancia parlante al fototachimetro), Gregorio portรฒ a Napoli la prima trasmissione a colori in Italia, creรฒ format rivoluzionari come โFilo direttoโ, e fece emergere talenti destinati a diventare famosi. Fondรฒ emittenti come Teleoggi, Telestudio 50, Canale 21, dando al Mezzogiorno un primato che pochi ricordano.
A differenza di chi trasformรฒ la TV in un impero economico, Gregorio restรฒ fedele al suo spirito partenopeo: piรน sognatore che uomo dโaffari. Offrรฌ parchi giochi alla cittร , organizzรฒ spettacolari Piedigrotte, realizzรฒ progetti in 3D su Pompei, ma accumulรฒ anche debiti e subรฌ inganni. Non si arricchรฌ mai, perchรฉ la sua vera ricchezza erano le idee.
Si รจ spento nel 2019, lasciando unโereditร immensa e un primato troppo poco celebrato: quello di aver acceso per primo, a Napoli, la scintilla della televisione libera in Italia. Un innovatore consegnato immeritatamente troppo presto alla nebbia della memoria, un genio cui la TV libera deve molto
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