Da Napoli le mani robotiche che salveranno migliaia di bambini

Quando le cose buone sono fatte a Napoli non fanno mia notizia

Il Terronista

Troppe volte l’Università di Napoli si è ritrovata sul fondo di discutibili classifiche, eppure realizzare un arto robotico con meno di 40 euro e porre fine alle orrende mutilazioni che affliggono le vittime dei paesi in cui vi sono guerre civili o conflitti di vario genere non è roba che si vede tutti i giorni.

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Infatti l’idea destinata a far scalpore proviene –ancora una volta- da Napoli, culla dell’estro e dell’ingegno. Precisamente dal dipartimento di ingegneria elettrica e tecnologie dell’informazione (DIETI) della Federico II dove, da oggi, hanno un motivo valido per vantare le sopracitate virtù, perché da un’idea di Massimo Polisiero di “Ingegneri Senza Frontiere” è scaturito poi il progetto di ricerca “Low cost prosthetic hand” in collaborazione con Paolo Bifulco e Annalisa Liccardi del DIETI.

L’opera riguarda un dispositivo robotico (di cui è possibile leggere dettagliatamente qui e, per gli addetti ai lavori, anche qui ), capace…

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Campania Felix o Terra dei Fuochi? In bilico fra il Paradiso e l'Inferno nel disinteresse generale - Alla ricerca di vecchie tradizioni ed usanze casertane e campane con divagazioni sul tema.
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2 risposte a Da Napoli le mani robotiche che salveranno migliaia di bambini

  1. Vincenzo Strino ha detto:

    Ho trovato il post sul gruppo Facebook di V.A.N.T.O. ed ho esclamato: “Ma quello è lo stesso titolo del mio post!” poi ho aperto ed ho visto che era un re-blog 😀
    Insomma, caro Vincenzo, sono felice che ti sia piaciuto!
    Ciao!

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