Resterà esposto fino al 17 maggio nella Chiesa di San Francesco a Sant’Agata de’ Goti, ritenuto uno dei borghi italiani più belli, il celebre vaso di Assteas. Il prezioso cratere del V secolo a.C è ritornato in terra sannita dopo varie vicissitudini; trovato negli anni 70’ nel territorio dell’antica Saticula (l’odierna Sant’Agata) si dice che fu ceduto in cambio di un maialino, per poi finire nel Paul Getty Museum di Malibù che lo acquistò nel 1981, lì fu esposto fino al 2007 anno in cui fu restituito all’Italia grazie ad una lodevole operazione dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale che ha consentito di riportare in patria un vaso che viene accreditato come uno dei più belli dell’antichità. Assteas era il vasaio più famoso di Paestum, insieme a Python l’unico ceramografo nel meridione a firmare le sue creazioni, a lui sono riconducibili, proprio attraverso la firma, 13 vasi, 3 dei quali ritrovati negli scavi di Saticula, uno dei principali centri del Sannio caudino, fortemente voluti dalla famiglia reale borbonica. 
L’itinerario propone la storia del vaso, dal suo ritrovamento alla restituzione, in questa sede il cratere di Europa, già di un fascino unico, viene avvalorato dalle pregevoli scenografie di luci e giochi in 3D che risaltano, se possibile, ancora di più i disegni e le figure del vaso. Al termine della mostra il vaso sarà esposto nel museo di Montesarchio dedicato alla cultura degli antichi Sanniti, sua sede naturale per gli anni a venire.
