L’evento, organizzata in collaborazione con la Pro-Loco “La Trebulana”, si snoderà su tre date, tutte di Sabato: 31 Ottobre, 7 e 14 Novembre 2015, a Pontelatone (CE).
Il vino “Casavecchia”. La Campania presenta una storia enologica antichissima, esaltata da poeti quali Plinio, Marziale, Cicerone ed altri. E’ dimostrata l’esistenza sul suolo regionale di oltre cento varietà di vite, un numero da record sia a livello nazionale che internazionale, che poche zone al mondo possono vantare. Ogni area ha distinto, nel corso del tempo, i propri vitigni, i quali si sono ineluttabilmente integrati alle condizioni pedoclimatiche dei luoghi, formando un connubio inscindibile con l’ambiente ed il territorio. Aree privilegiate ed impareggiabili come la penisola Sorrentina ed Amalfitana, Ischia, Capri, le falde del Vesuvio, le colline Irpine, Beneventane, le zone Casertane comprese le rigogliose alture del Trebulano (comprendente i comuni di Castel di Sasso, Formicola, Liberi e Pontelatone). Per quanto concerne la provincia di Caserta le DOC sono quattro, rispettivamente: Falerno del Massico, Asprinio di Aversa, Galluccio ed il Casavecchia di Pontelatone; esse esprimono produzioni di eccellente qualità e nobili tradizioni. Cinque i comuni coinvolti nella produzione del Falerno (Carinola, Falciano del Massico, Mondragone, Sessa Aurunca e Cellole), un area compresa tra il Monte Massico e le pendici del Vulcano di Roccamonfina. Ventuno i comuni interessati alla DOC Asprinio, gran parte nell’Agro-Aversano. Cinque i comuni toccati dalla DOC Galluccio (Conca della Campania, Tora e Piccilli, Galluccio, Mignano Monte Lungo e Rocca d’Evandro). L’ultima in ordine cronologico, dal 2011, è il Casavecchia di Pontelatone. Il disciplinare prevede che la zona di coltivazione comprenda l’intero territorio amministrativo dei comuni di Formicola e Liberi e parte dei comuni di Caiazzo, Castel Campagnano, Castel di Sasso, Piana di Monte Verna, Pontelatone e Ruviano. Il “Casavecchia” è un vitigno autoctono, che dopo aver superato l’esame della Commissione vitivinicola nazionale, con decreto pubblicato il 17 luglio 2002 nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale, è stato iscritto al Catalogo nazionale delle varietà di viti del MiPAF. Lo studio è stato coordinato dal prof. Maurizio Boselli, ordinario di viticultura presso l’Università di Firenze, in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Portici e con il Settore di Sperimentazione Agricola della Regione Campania. La ricerca escluse definitivamente che il Casavecchia possa essere una specie di Aglianico, teoria diffusa ma mai dimostrata. L’origine di questo vitigno è avvolto nel mistero. Alcuni studiosi ritengono discenda dal Trebulano, celebre vino di età romana, di cui Plinio il Vecchio attestava la produzione in zona (Trebula era il nome primitivo di Treglia, frazione di Pontelatone). Secondo altre ipotesi, anche testimoniate, che ne spiegherebbero anche il nome, il Casavecchia discenderebbe da un ceppo solitario di grosse dimensioni scoperto verso fine Ottocento all’interno di un rudere (ancora esistente) nelle campagne di Pontelatone e sopravvissuto alle epidemie di oidio e fillossera che si verificarono a metà ottocento. Il celebre Luigi Veronelli (enologo, gastronomo, giornalista, scrittore e editore) lo definì, più di trent’anni orsono: Completo e armonico. Difatti il Casavecchia è un delizioso nettare, a tavola predilige zuppe robuste, pancotto con broccoli e fagioli, primi piatti con ragù di carne, salumi, salsicce, formaggi stagionati, carni rosse alla brace, bufalo compreso.
La castagna “Ufarella”. Il Castagno è una pianta eliofila che cresce in terreni collinari fra i 400 e 800 mt di altezza, preferisce terreni profondi, soffici, fertili e non calcarei. La nostra è la regione italiana che produce il maggior quantitativo di Castagne in Italia; apprezzata e coltivata sin dall’ antichità, già veniva arrostita, inoltre con la farina di castagne si preparava un pane particolare. Ma il periodo di maggiore “successo” è stato durante il Medioevo dove si provvide a migliorare la coltivazione, la conservazione e la trasformazione delle castagne. Anche la Castagna varietà “Ufarella”, rappresenta in modo significativo il territorio Trebulano. Si produce principalmente nei comuni di Pontelatone, Formicola, Liberi, Roccaromana.
Inserita, dal 2013, nell’elenco dei Prodotti “Agroalimentari Tradizionali della Regione Campania”, si presenta piccola, gustosa, con buccia lucida di colore chiaro, con evidenti striature più tenui; ha una forma singolare, piatta su un lato e convessa sull’altro; dal sapore dolce, anche cruda; non esiste prodotto vivaistico in commercio. Le piante sono di grandi dimensioni, raggiungendo frequentemente un’età plurisecolare. La coltivazione avviene secondo le metodiche tradizionali, con metodo fortemente estensivo ed inerbimento naturale permanente; non viene effettuata concimazione e trattamenti fitosanitari con principi attivi chimici. La maturazione avviene di norma a metà ottobre.
Casavecchia e Ufarella e il legame indissolubile con il territorio trebulano. La Ufarella e la Casavecchia sono fortemente contraddistinte da una loro “identità territoriale”, decisamente radicata; la loro adattabilità ad altre aree ha mostrato, nel corso degli anni, risultati poco apprezzabili se non addirittura scarsi.
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La locandina dell’evento