Parte, ancora una volta, da quel meraviglioso laboratorio di sperimentazione enogastronomica che è l’alto casertano, l’ennesimo accattivante tentativo di riscoperta di un alimento ricco di proprietà nutritive, la Canapa Sativa, conosciuta in passato per la sua poliedricità, in primis nel settore tessile, demonizzata oltremisura dall’apparentamento con la Canapa Indica, meglio conosciuta come Canapa indiana, ovvero la pianta dalla quale proviene la droga denominata Cannabis. Andiamo alla scoperta di questo prezioso alimento
Storia-La Canapa(Cannabis Sativa) è coltivata da epoche assai remote dapprima in Asia e poi,in seguito alle migrazioni, si diffuse in tutto il mondo. In Italia ha raggiunto la sua massima estensione prima della seconda guerra mondiale, raggiungendo i 90.000 ha di superficie coltivabile. Il suo minimo nel 1978, su appena 60 ha. Questo fu dovuto principalmente alla normativa italiana del 1970 che non distingueva la coltura da fibra(cannabis sativa) da quella da droga(cannabis indica).I due tipi sono infatti morfologicamente identici, l’unico carattere distintivo è il diverso contenuto di THC(tetraidrocannabinolo). Altro aspetto da rimarcare è stato anche il boicottaggio da parte delle multinazionali americane ad iniziare dagli anni ’30, in particolare le industrie chimiche, petrolifere e della carta. Fu sostituita da altre colture che richiedevano meno manodopera e soprattutto più remunerative, come tabacco e mais. Recentemente le leggi in materia sono mutate e, grazie anche agli incentivi comunitari, agli inizi degli anni 2000 gli ettari coltivati erano quasi 900, con tendenza ad aumentare.
Canapa comune ( o sativis)-La Cannabis Sativa o canapa comune è una pianta annua che comprende più sottospecie ed una grande varietà di tipi che differiscono per molti caratteri biologici e morfologici. Il frutto è un achenio ovoidale schiacciato, ricco di olio, detto volgarmente canapuccia, nel quale si trova il seme, da cui si ricava la farina. Ricordiamo che in passato la Campania, in particolare la zona di Terra di Lavoro, era una delle regione guida insieme all’Emilia Romagna, tra le varietà più coltivate e di pregio: l’Eletta Campana. L’aspetto pedo–climatico appropriato favoriva le produzioni sia in termini qualitativi che quantitativi, in quanto le fatture migliori si ottengono nei climi temperati,caldo umido e poco ventilati. I terreni adatti quelli di medio-impasto, freschi e profondi.
Farina di Canapa-La farina di semi di canapa, si ricava dalla pressatura dei semi torchiati per estrarre olio in un torchio metallico a vite; il pannello residuale che se ne ricava viene macinato e ridotto in polvere in un mulino, ottenendo una farina morbida. Di colore bruno ambrato, la farina di canapa apporta alle preparazioni un patrimonio di pregiati nutrienti. E’ naturalmente priva di glutine. consolida e armonizza la risposta del sistema immunitario, del sistema ormonale e del sistema nervoso, come mostrato da numerose ricerche . Possiede notevoli quantità di proteine nobili numerose vitamine, tra cui A, E, B1, B2, PP, C..; sali minerali come ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo. La maggior parte dei grassi è costituito da omega3 ed omega6 e sono presenti anche la lecitina, che aiuta il metabolismo dei grassi e numerosi fitonutrienti. I semi di canapa hanno incredibili proprietà terapeutiche: posseggono proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti; rinforzano il sistema nervoso (è considerato anche un anti-depressivo) combattono diverse malattie respiratorie (asma, sinusite, tracheite), della pelle (eczemi, acne), cardiovascolari, colesterolo, artrosi e arteriosclerosi. Ho avuto modo di assaggiare un piatto a base di farina di canapa legato in maniera indissolubile al territorio presso il Ristorante del Borgo a Castel di Sasso: Pappardelle con farina di Canapa con Genovese di Bufalo con Cipolla di Alife ..ingredienti del territorio Interessante anche le Tagliatelle, con la medesima farina, con Zucca e Porcini proposta dall’ Agriturismo le Fontanelle a Pontelatone.