𝐋𝐄 𝐅𝐔𝐍𝐈 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐓𝐀 𝐌𝐀𝐓𝐑𝐎𝐍𝐀

Da un post pubblicato anni fa sul gruppo FB “Sei di San Prisco se” da Attilio Imparato )

Un’antica usanza legata a Santa Matrona era quella di utilizzare le funi custodite nella sua cappella per guarire le donne affette da malattie dell’apparato genitale o legate al parto. Secondo la tradizione, queste funi erano state usate dalla Santa per legare le due mucche che l’avevano condotta sulla tomba del Santo.

A questa tradizione è legato un episodio della vita professionale del padre, l’indimenticabile Dottor Florindo Imparato,all’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere.
“𝑈𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑡𝑡𝑖𝑛𝑎, 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑚𝑚𝑜 𝑠𝑢 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑒𝑠𝑎𝑟𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑡𝑡𝑟𝑜 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑐𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒.
𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑒, 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑜’ 𝑠𝑢𝑙𝑙’𝑎𝑑𝑑𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝑓𝑢𝑛𝑖. 𝐶𝑜𝑚𝑖𝑛𝑐𝑖𝑜’n 𝑎 𝑖𝑛𝑓𝑢𝑟𝑖𝑎𝑟𝑠𝑖, 𝑚𝑎 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑣𝑒𝑛𝑛𝑖 𝑠𝑢𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑒 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑖 𝑎 𝑐𝑎𝑙𝑚𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑎𝑙 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜. 𝑅𝑖𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜, 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎𝑖 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑢𝑛𝑖. 𝐿𝑢𝑖, 𝑠𝑒𝑏𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑡𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜’.
𝐼𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜, 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑜’ 𝑒 𝑓𝑢 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑒𝑚𝑒 𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑛𝑒𝑜𝑛𝑎𝑡𝑜”

Era consuetudine, infatti, che il parroco concedesse, su richiesta dei fedeli, di portare a casa le funi di Santa Matrona per invocarne l’intercessione in caso di malattie legate alla sfera genitale femminile.

La storia del Dottor Imparato all’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere testimonia come la tradizione delle funi di Santa Matrona fosse ancora viva e sentita nella comunità samprischese. Il primario, inizialmente scettico, ha dovuto ricredersi di fronte al miglioramento della paziente dopo l’applicazione delle funi. Questo episodio sottolinea come, a volte, la fede e la devozione popolare possano avere un impatto positivo sulla guarigione dei pazienti, anche se non spiegabile scientificamente.