La chiesa Madre di San Prisco era stracolma, tanti compaesani ma soprattutto molta gente accorsa da varie zone della Campania per l’ultimo saluto a Tommaso; associazioni e tanti privati cittadini che identificavano l’opera dell’uomo meglio conosciuto come l’Angelo di Carditello con la voglia di riscatto degli abitanti della ormai tristemente nota “Terra dei Fuochi”. Tommaso si era dedicato anima e corpo alla sua Reggia, patrimonio inestimabile, un gioiello del 700, tenuta di caccia dei Borbone, che solo due secoli fa era celebrata per la sua natura lussureggiante, e che adesso, invece, si trova nella “Terra di Nessuno”: troppo periferica per essere controllata, oggetto di scempi e ruberie, versa in un incomprensibile stato di degrado con finanziamenti a pioggia finiti chissà dove. Tommaso, nominato dal tribunale “aiutante del custode giudiziario”, conduceva una vita d’altri tempi, stanziava in pratica 24 ore al giorno a Carditello, incurante di recenti minacce esplicite da parte di malintenzionati evidentemente infastiditi dalla sua presenza.
In una delle ultime interviste rilasciate raccontava: ” Io sono originario di San Prisco e mio padre che faceva il pastore mi raccontava che quando orientava le pecore con la testa vero Carditello, cominciavano a correre. Perché il pascolo qui è di una qualità superiore. I pastori facevano a gara per venire a pascolare a Carditello. Per me questo luogo ha anche un valore affettivo perciò non me ne andrò mai da qui. L’ho curato quando tutti l’avevano lasciato nel degrado, figuriamoci adesso che c’è una possibilità di rivederlo tornato al suo antico splendore. Devono sapere che sono disposto anche a farmi ammazzare. Da qui non me ne vado“, parole che dovrebbero far riflettere quei criminali, coperti da interessi trasversali e favoriti dall’ingessato apparato istituzionale, che hanno sversato ogni genere di rifiuti nelle aree limitrofe alla Reggia. Interagiva spesso su Facebook, la sua attività aveva attirato la stima di molti utenti che lo seguivano volentieri, i suoi post diretti e mai banali erano molto apprezzati, Tommaso si era intrattenuto fino a poche ore prima del suo decesso in rete con altre persone, innumerevoli i messaggi di cordoglio sulla sua bacheca: “Ciao, Tommaso. Sei la dimostrazione che questa terra produce anche buoni frutti”; “E’ l’unica persona che amava veramente Carditello e ha dato un pezzo della sua vita per rifarcela ammirare. Grazie di tutto Tommaso”; ”Ciao Tommaso non riesco ancora a crederci, eri una persona vera, hai lottato per il tuo grande ideale che era Carditello, hai lottato contro la mafia, contro le ingiustizie e tutto ciò che ti faceva inorridire, uomo semplice ma di grandi e profondi valori umani e morali, una persona toppo perfetta per un mondo orribile. Quanto mi costa scrivere questo addio” alcuni dei più significativi, uno dei suoi ultimi post recitava: “Con tutto il mio cuore buona vigilia di Natale da un cane per salvare questo bene, un altro Natale da solo”.
Non ha tardato a farsi sentire anche il ministro Massimo Bray con cui Tommaso aveva instaurato un reciproco rapporto di stima dopo la visita che il ministro fece in forma privata a Carditello, emblematico il suo tweet “ Ieri sera mi aveva scritto: Auguri Reggia di Carditello. Il mio Natale è qua. Quando l’ho conosciuto gli ho fatto una promessa che manterrò”, una doverosa promessa verso un grande uomo che ci ha lasciato, perché con lui rischia di andar via anche la flebile speranza di riscatto di Carditello “orfana” del suo angelo custode. Carditello ora, più che mai, ha bisogno di uno sforzo congiunto per riportarla al suo antico splendore, anche per onorare la memoria di Tommaso Cestrone, l’ Angelo di Carditello.
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