Dal “Boss delle Cerimonie” alla “Grande Bellezza”: quando (conviene) il napoletano diventa italiano

Il cast della Grande Bellezza con Sorrentino e Servillo

Il cast della Grande Bellezza con Sorrentino e Servillo

La Grande Bellezza, capolavoro di Paolo Sorrentino, si è aggiudicato il Golden Globe per il miglior film straniero, il riconoscimento che fa da apripista alla nomination all’Oscar. Il premio è risultato del genio e della capacità di due “campani Doc”: Paolo Sorrentino e Toni Servillo, protagonista e regista del film; Sorrentino è nativo di Napoli, Servillo vive a Caserta ed è nativo di Afragola; la loro vittoria conferma la genuinità di una scuola (quella napoletana) che continua a sfornare talenti puri e ha fornito alla nazione il meglio della recitazione. Il riconoscimento è stato salutato come una vittoria tutta italiana come i principali media si sono affrettati ad evidenziare.
Il Boss delle Cerimonie

Il Boss delle Cerimonie

A fare da contraltare all’italianità della Grande Bellezza c’è la napoletanità dell’emittente satellitare Real Time TV “Il Boss delle Cerimonie”, dove viene mostrata una (sotto)cultura napoletana sguaiata e cafona, presente nelle stesse proporzioni dappertutto, che mediaticamente fa sempre audience e (cosa che non guasta) irride la vera napoletanità frutto di una cultura millenaria conosciuta in tutto il mondo. “Ogni episodio è il ritratto oggettivo di una tradizione profondamente radicata nella cultura partenopea, fatta di riti e simboli. Rimarremo a bocca aperta davanti a tutte le fasi principali di una vera festa napoletana: la scelta dell’abito nuziale, la serenata, le decorazioni della casa dei genitori prima che la sposa vada via per sempre, tutta la festa che si protrarrà per l’intera giornata fino ai fuochi d’artificio finali” , c’è scritto sul sito del programma. Le tante protesta dei napoletani hanno prodotto una parvenza di scusa degli autori peraltro poco credibile, per l’ennesima volta lo stereotipo negativo del napoletano è stato sbattuto in prima pagina, è passato (ancora) il messaggio che i napoletani sono chiassosi e “tamarri”, difatti, a fronte delle proteste, c’è qualcuno che si è affrettato a sostenere che (vedi il Fatto Quotidiano al link http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/11/tv-il-boss-delle-cerimonie-oscene-da-un-matrimonio/839064/ ) “È andato in scena il trionfo di un certo trash partenopeo, tra cantanti neomelodici, vestiti da sposa eccessivi, serenate notturne e acconciature improbabili. Tutto molto efficace, in effetti, per descrivere una fetta di napoletanità che esiste e che diverte e fa rabbrividire al tempo stesso. Poco comprensibile, in effetti, è risultata l’ondata di indignazione che sui social network si è scatenata mentre andava in onda il programma. Molti meridionali, soprattutto napoletani, si sono affrettati a ricordare che “non tutti i napoletani sono così”. Bene, bravi, bis. Lo sappiamo, ovviamente, e nessuno aveva pensato il contrario. Ma è altrettanto innegabile che quel sottobosco neomelodico, leopardato e cafone esiste, ed è più vasto di quanto pensiamo”. Insomma sulla stregua di un riconoscimento internazionale Napoli diventa una città italiana, quando invece c’è da parlar male, Napoli è il solito irrisolvibile problema italiano… Un mistero tutto italiano.

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Campania Felix o Terra dei Fuochi? In bilico fra il Paradiso e l'Inferno nel disinteresse generale - Alla ricerca di vecchie tradizioni ed usanze casertane e campane con divagazioni sul tema.
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