A 70 anni dai fatti di Balvano: la tragedia dimenticata

galleria delle armi balvano

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Oggi ricorrono esattamente 70 anni dalla sciagura di Balvano avvenimento tanto tragico quanto sconosciuto ai più. Nella notte fra il 2 e il 3 marzo nella galleria delle Armi fra Balvano e Bella-Muro, in provincia di Potenza, sul treno 8017, trovarono la morte fra le 520 e le 600 persone, avvelenate nel sonno dal monossido emesso dal treno che si bloccò nel tunnel della Galleria delle Armi. I cadaveri, classificati quasi tutti come “clandestini”, sebbene alcuni avessero pagato regolarmente il biglietto, furono allineati sulla banchina della stazione di Balvano, e successivamente gettati in quattro fosse comuni nel cimitero del paese. Nessun colpevole né una ragione plausibile per quella tragedia; dalle testimonianze dei pochi sopravvissuti si è potuto evincere che il treno si bloccò nella galleria e i passeggeri morirono avvelenati mentre la maggior parte dormiva. La Commissione parlamentare, chiamata a fare chiarezza evidenziò «una combinazione di cause materiali, quali la densa nebbia, foschia atmosferica, mancanza completa di vento, che non ha mantenuto la naturale ventilazione della galleria, rotaie umide, ecc., cause che malauguratamente si sono presentate tutte insieme e in rapida successione». Il treno era sovraccarico, inoltre, pur essendo molto lungo, si preferì, nella stazione di Salerno sostituire la locomotiva elettrica, usata fino a quel momento, con due macchine a vapore insolitamente poste in testa al treno, inidonee al trasporto di un carico così pesante, peraltro ( stando ad alcune fonti) alimentate da carbone scadente. I viaggiatori erano tutti ammassati, molti si recavano nei paesi di montagna per scambiare regali ricevuti dagli americani con beni di prima necessità per sfamarsi. I 47 vagoni del treno si bloccarono (tranne un paio) in quella galleria lunga 1.692 metri, con una pendenza (13%) non trascurabile; l’ora tarda unita ad un simil “effetto serra” dovuto ai gas rilasciati in un ambiente semichiuso generò il disastro. La notizia, dopo l’iniziale clamore, cadde nel dimenticatoio, cosa tutto sommato “normale” in periodo di guerra con il resto della popolazione assuefatta a ricevere notizie del genere. Resta il fatto che a 70 anni, non solo non sono state accertate le cause del disastro, ma Balvano, dove avvenne la più grande tragedia della storia ferroviaria italiana, per la stragrande maggioranza degli Italia rappresenta, al massimo, un’anonima località del meridione.

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2 risposte a A 70 anni dai fatti di Balvano: la tragedia dimenticata

  1. giovanni ha detto:

    Bell’articolo di riscoperta storica, complimenti!

  2. Carlo ha detto:

    In occasione del ritrovamento di una delle locomotive nel letto del fiume Platano, ritrovamento dovuto all’affiorare del mezzo per il ridotto livello dell’acqua, in un circostanziato servizio su un giornale locale, il Giornale di Buccino, si era parlato della opportunità di ricordare in qualche modo quella tragedia e quelle Vittime. I Sindaci sie rano detti disponibili. Poi che cosa è accaduto? (salernosubalpina@email.it)

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