E’ periodo, arriva la mela annurca, il frutto campano e casertano autoctono per eccellenza, contraddistinto da una metodologia di coltivazione immutata da decenni. E’ un frutto unico nel suo genere, oltre che per la genuinità, per il sapore decisamente dolce che lo caratterizza; nonostante sia un’eccellenza della produzione ortofrutticola campana è relativamente poco conosciuto al di fuori dei confini regionali. La sua particolarità consiste nel cosiddetto periodo di “arrossamento”, ovvero un passaggio intermedio consistente in un processo di maturazione a terra che avviene in apposite strutture chiamate melai, filari di graticci di paglia ricavata dalla trebbiatura, per essere esposti al sole dai 10 ai 15 giorni.
Questa succulenta varietà di mela ha ricevuto il riconoscimento di “Melannurca Campana ad Indicazione Geografica Protetta Igp”con Regolamento (CE) n. 417/2006 . Si distingue dalle altre varietà di mela per alcuni particolari: una forma appiattita, il picciolo corto, la buccia di colore giallo-rosso. Il sapore decisamente dolce la rende particolarmente gradita ai bambini, insieme alle sue varianti come il frullato e la “grattata”.
La Mela annurca è presente in Campania da almeno due millenni, difatti alcuni dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano e, in particolare nella Casa dei Cervi, testimoniano la sua familiarità con il mondo romano e la Campania Felix in particolare. la “Melannurca Campana” IGP costituisce l’80% circa della produzione campana di mele e il 5% circa di quella nazionale. Tradizionalmente coltivata nell’area flegrea e vesuviana, la “Melannurca Campana” si è andata diffondendo nel secolo scorso nelle aree giuglianese-aversana, maddalonese e beneventana, nel nocerino, e, in tutta l’area dell’alto casertano dove è più intensamente coltivata.
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